…COSE DIVINE CON CURA CELATE…
(omaggio a Walt Whitman)
Raffaella Benetti, in questa serie di immagini, riporta in superficie quel nulla di inesauribile segreto, illuminando solo l’oggetto allegorico. La fotografia è luce e l’artista interpreta questo in un gioco degli opposti, dove l’illuminazione è intrinseca alla materia stessa, evidenziandone la trasmutazione, il cambiamento di colore: una nuova fragilità. Il mondo e i suoi orpelli sono nascosti sotto un sipario nero, non ci è concesso sapere cosa si celi in profondità, probabilmente qualcosa di irrecuperabile che non ha avuto la forza di risalire. L’elemento vegetale diventa l’attore primario.
BIOGRAFIA
Raffaella Benetti (Italia 1961). Gli interessi dell’artista guardano alla tradizione filosofica e letteraria con particolare interesse ad alcuni topos della cultura occidentale come il tema della Vanitas, più volte affrontato cercando una declinazione contemporanea.Frequenta il Centro Europeo di Venezia per i Mestieri della Conservazione del Patrimonio Architettonico, sempre a Venezia alla Galleria A+A – Centro Espositivo Pubblico Sloveno il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee e a Roma studia Architettura e Arti per la Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Un percorso che permette l’apertura a diversi linguaggi: fotografia, scultura, video e installazioni. Nella sua ricerca uno dei temi dominanti è quello del Tempo, il suo scorrere inarrestabile, il suo attraversare le Cose e la Natura, l’idea del Passaggio, della Fragilità, dell’Effimero della nostra esistenza. Un percorso teso a definire un’unica poetica coerente nel tempo anche se caratterizzata da una scrittura duttile e in continua trasformazione. Le sue opere sono esposte in collettive e personali in Italia e all’estero. Tra le mostre fotografiche collettive cui ha partecipato ricordiamo “SCOLPITE “tenutasi a Palazzo Reale, Milano nel 2021 e la personale “MNEMOSYNE” nel Museo dei Grandi Fiumi, Rovigo nel 2022.