Sei scatti discretamente intrusivi fissano momenti di misteriosa, solitaria interrogazione umana della natura. Non c’è sfida più impossibile di trovare qualcosa che si è perso nell’acqua o nella sabbia, che sia un oggetto o un ricordo, una vongola piena o un’intuizione. Nell’ecosistema acquatico più antropizzato della storia – arginato, deviato, piegato alle esigenze dello “Stato da mar”, dell’industria petrolchimica e del turismo globale – la natura si nasconde e nasconde. Resiste e rispecchia, oppone silenzio alle nostre domande sul senso della vita, ma collabora alla vogata. Solo attraversamenti quotidiani, scanditi dalle abitudini di un cane, consentono di cogliere quei sublimi e disperati momenti di dialogo tra umano e non umano che regala l’essere dove, a Venezia.
Pier Andrea Perini inizia a fotografare da ragazzino, durante i viaggi di famiglia, e a studiare la fotografia da adulto. I suoi fari sono Cartier-Bresson, Frank, Parr, Koudelka, Erwitt, Larrai e poi ancora Park e Stuart. Ma l’amore più grande resta Berengo Gardin. Veneziano, vive al Lido con il suo cane Churro, e appena può scappa in tutti gli angoli del mondo. Il suo ultimo viaggio è stato in Rajasthan, India, nel 2023.