Rimini, Riccione. La Riviera Adriatica così tanto protagonista di film del passato. Come non ricordarsi i film “Rimini Rimini” o “Abbronzatissimi” quando si consumano storie d’amore tra le cabine degli stabilimenti delle spiagge romagnole. Ed è proprio qui tra cabine colorate e vecchie insegne che ho scattato le mie fotografie. Luci e ombre, contrasti chiaroscurali, sembra quasi che il cielo si rifletta sui muri o che le onde del mare arrivino fino alle cabine. E’ primavera, il sole è ancora tiepido, i giochi non ancora affollati dai bambini, le panchine sul porto sono ancora vuote alla ricerca di qualche coppia di innamorati o qualche pescatore. La luce è tenue, i raggi del sole non cadono violenti e in cielo solo qualche nube. Ma la nitidezza ad un tratto lascia lo spazio alla sfocatura. I confini non sono più così ben definiti. Ecco che dobbiamo iniziare ad immaginare. Questa immensa massa d’acqua che si apre davanti ai nostri occhi può nascondere un mondo. Dalla realtà passiamo al sogno per poi tornarci a svegliare. Un sogno, una pausa, una fuga dalla realtà. Questo è il mare, questa è fondamentalmente la vacanza. La vera vita è quella del sogno. Sogno e realtà si rincorrono, si sovrappongono, si confondono. Quella visione onirica felliniana, queste fotografie potrebbero rappresentare quella sua spiaggia di Rimini, quei luoghi tra sogno e realtà che descrive in “I Vitelloni” o in “Amarcord”. Uno sguardo, uno scatto. Un solo scatto.