Di quanto ci accade restano i ricordi. Effimeri per natura, si deformano e sbiadiscono col tempo come la nostra t-shirt preferita. Ci affidiamo agli oggetti per ancorare il nostro passato a qualcosa di concreto. Come fosse un potente talismano, accordiamo alla roba più ordinaria che colma i nostri spazi il magico potere di evocare un momento prezioso. Grazie a un grumo di atomi che chiamiamo “spilla”, “tazza” o “portacarte”, riportiamo in superficie un granello di memoria, il frammento di un’esperienza o un’emozione persa nei nostri inconsci.

Sebbene sommersi da suppellettili e accessori superflui, sappiamo bene che alcuni di questi oggetti conservano più valore di altri. Un valore non contabilizzabile e tantomeno cedibile. Le cose che innescano i nostri ricordi smettono di essere materia inerte per diventare custodi di attimi. Tra gli oggetti a cui attribuiamo un innato potere testimoniale e di guardiani della memoria, le fotografie occupano un posto privilegiato nel nostro immaginario.

I confini del nostro ricordare sono però profondamente personali e per questo ogni reminiscenza è intrinsecamente “falsa”. Eventi traumatici o eccessi emozionali tendono a increspare il riaffiorare del ricordo, ad amalgamare insieme a esso particelle di eventi condizionati dal sentire personale di ogni soggetto.

Partendo dal recupero di fotografie di famiglia strappate all’alluvione del maggio 2023, Il fallimento degli oggetti costruisce un percorso narrativo sui ricordi e intreccia le immagini degli spazi familiari di una casa d’infanzia in fase di abbandono, e i momenti speciali immortalati su vecchie fotografie appartenute a persone colpite dall’inondazione.

Il lavoro di pulitura delle fotografie alluvionate ha portato alla luce immagini slegate dallo spazio e dal tempo dei ricordi fotografici: immagini mai catturate, ma frutto dell’impronta della fotografia sui materiali dell’album che la conservava. Il progetto si avvale non solo delle stampe originali logorate dal fango, ma anche delle nuove immagini che le acque hanno impresso sulle superfici dei raccoglitori di foto.

Come l’acqua consumando le immagini ne ha generate di nuove, così il tempo e i vissuti personali alterano i nostri ricordi e ne creano di inaspettati. Così come i traumi generano in noi falsi ricordi mai successi, così le acque hanno dato vita a immagini inesistenti ma reali.

Il fallimento degli oggetti è il racconto di un falso ricordo nato dal trauma della perdita e del suo incontro con altre storie di perdita. Gli oggetti non restituiscono la realtà e i ricordi perché la memoria dei nostri vissuti è una storia, e raramente questa storia coincide con ciò che è davvero accaduto.

Orario apertura

Lunedì

15:30 - 19:30

Martedì

09:30 - 13:00 e 15:30 - 19:30

Mercoledì

09:30 - 13:00 e 15:30 - 19:30

Giovedì

09:30 - 13:00

Venerdì

09:30 - 19:30

Sabato

09:30 - 13:00 e 15:30 - 19:30

Domenica

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La mostra sarà inaugurata il 27/04/2024 alle ore 17:30. Chiusura della mostra prevista per il 27/05/2024.

Indirizzo & Contatto

Indirizzo

Casimiro Essenza, Via Emilia San Pietro, 1/m, 42121 Reggio Emilia RE

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