Dietro gli edifici c’è sempre la natura umana, quella natura che li ha costruiti, li ha vissuti e, infine, li ha anche abbandonati per quelle vicissitudini talvolta imprevedibili, incontrollabili oppure volutamente cercate che spesso determinano le sorti di cose e persone. Così è stato per quell’area, immensa, complessa, ricca di una natura storica ad umana, chiamata con il nome di Ex Reggiane (OMI – Officine Meccaniche Italiane – Reggiane). Dietro questa sigla, da oltre un secolo, la natura umana, quella natura pragmatica, costruttiva di cui Reggio Emilia è sempre stata ricca, nasconde e svela, giace e si muove, spegne e riaccende opportunità, sviluppo, lotte e speranze passando, e non si può dimenticarlo, anche da illusioni, dolore, sofferenza. Oggi l’area è oggetto – odiato o amato a seconda dei momenti e degli eventi – di un nuovo rinascimento e, in questa visione, il progetto fotografico di Domenico Giannantonio mette in dialogo attraverso alcuni dettagli ciò che era con ciò che è, guardando al futuro.