Passaggi sottili
Ora io, abitatore sotterraneo della terra, vedo
Che i rami di un albero
Non sono più ampi delle radici
E come potrebbe l’anima di un uomo
Essere più grande della vita che ha vissuto?
Tratto dall’Antologia di Spoon River
L’essere umano è spinto costantemente dalla necessità di indagare l’universo che lo circonda conoscendo al contempo il suo Io; in tale processo si manifesta e si nasconde lasciando tracce fugaci e non detti che confermano la sua presenza nel mondo.
È in questo contatto tra individualità e realtà circostante che il tessuto emotivo, vivo, essenziale dell’Io esce allo scoperto.
La transizione, intesa come il passaggio tra “l’interno” e “l’esterno”, mette alla prova, permette di rompere, ricomporre, creare, evidenziando i punti di forza, i punti di debolezza, le crepe, le cuciture. La transizione mette in discussione gli equilibri, evoca la trasformazione, raccoglie aspettativa.
Nel disvelamento dell’Io, l’Altro osserva, comprende, restituisce, segnala.
La sottile linea che separa il visibile (inteso come manifesto) e l’invisibile (inteso come non accessibile, nascosto o semplicemente non percepibile dai sensi) passa attraverso la personale capacità di mostrare e vedere di ciascuno, attraverso i diversi schemi comportamentali, le emozioni e le certezze di ognuno. Ma è con e grazie alla prospettiva del mondo esteriore che l’essere vivente si conferma.
Il collettivo si fa così spettatore di questi passaggi sottili, ideando un percorso che alterna immagini ermetiche e difficilmente inquadrabili in modelli preimpostati con figure facilmente più interpretabili che hanno però comunque bisogno del contributo dello spettatore per prendere forma.
Come nel processo progressivo dell’uomo alla ricerca dell’essenza e della natura, in un continuo sforzo per trovare l’armonia, al di là delle contraddizioni, anche il progetto è stato ideato con passaggi delicati, a volte quasi anonimi che possono portare un equilibrio tra interno ed esterno rimanendo a volte non svelato.
IL COLLETTIVO “FOCUS”
Come il fotografo cerca di mettere a fuoco un punto delimitandolo, così il collettivo cerca di farsi mezzo per lo spettatore nel definire la natura umana nella sua complessità.
Il collettivo si è formato per affinità intellettuale e gusti complementari che focalizzano i lavori di ciascuno su una volontà espressiva comune con la convinzione che la visione di sguardi differenti possa portare a un sentire più complesso. Il Collettivo Focus raccoglie immagini per creare un lavoro fotografico strutturato su più piani e più pieghe immaginative attraverso stili a volte diversi.
Il collettivo ha unito principalmente idee e visioni comuni del tema oggetto della mostra per creare un ponte creativo tra i fotografi e lo spettatore che ha fuso gli sguardi di Matilde Esini, Michael Masiero, Silvia Gabrielli e Alessandro Cuna per catturare uno spazio unico di autenticità.