DIEGO BARBACINI

Una nuova narrazione, abitata dalla natura e dalle sue dinamiche, che parte dal riconoscimento del tutto casuale di un Canis Aureus, lo Sciacallo Dorato nell’ alveo della foce del torrente Enza.
Tantissimi giorni spesi nell’osservazione del branco e dei suoi equilibri, appostamenti da lontano nel rispetto delle loro abitudini, per rivelare la presenza concreta ma discreta di queste creature venute da lontano.
Immagini che da una parte rivelano la natura schiva, prudente e circospetta dell’animale, dall’altra lo stupore nell’osservare ancora una volta quanto sia potente proprio quella Natura che ha fatto arrivare fino ai nostri territori un animale nativo del Carso e dei Balcani e lo ha spinto a modificare le proprie abitudini di branco per adattarsi all’ambiente.
Lo sciacallo dorato ha vissuto per mesi nel sorgo ai margini di un campo a due passi dalla civiltà senza mai rivelarsi, uscendo solo al tramonto e mostrando una organizzazione di branco che è mirata a proteggere e istruire soprattutto i cuccioli.
L’umano ha amato nascondersi, ha voluto rispettare e tutelare la privacy dell’animale e ritrovare il respiro lento della natura e i suoi ritmi, divenendo parte di uno spettacolo che stupisce ed emoziona.
CANIS AUREUS risveglia e evoca in noi la voglia di fermarsi e osservare ciò che palpita nella natura, le sue istintive regole e accadimenti che ci insegnano la necessità di ridisegnare i nostri ritmi di vita sulla terra.